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Venerdì, 03 Novembre 2017 16:33

Bicocca degli Arcimboldi, Pirelli (MI)

Restauro delle superfici esterne ed assistenza di parti interne della villa Bicocca Arcimboldi

Milano 

ottobre2016

giugno2017

 

La villa fu edificata nella seconda metà del XV secolo, per volontà della famiglia Arcimboldi, quale casino di caccia e residenza di villeggiatura.L'edificio nel 1918 viene acquistato dalla società Pirelli.

La villa divenne dapprima museo della gomma e scuola materna per i figli dei dipendenti. In seguito diviene sede di rappresentanza della società.

L'edificio, di pianta rettangolare, si sviluppa su tre piani. A nord si apre un portico a colonne su cinque arcate a tutto sesto, in posizione non simmetrica. All'estremità della facciata meridionale, è presente invece un piccolo avancorpo con la scala che immette al primo piano ed al secondo piano, quest'ultimo costituito da un loggiato.

Il monumento è esternamente caratterizzato dalla presenza diffusa di ornamenti costituiti da motivi fitoformi, eseguiti sull'intonaco con la tecnica del graffito. Ulteriore elementi di peculiarità sono le cornici e i sottogronda in cotto, istoriati con piccole teste, decorazioni ad archetto ed a tortiglione.Sulle facciate esterne vi sono inoltre diverse aperture, disposte asimmetricamente, con archi strombati a tutto sesto e a sesto acuto.

Sabato, 15 Aprile 2017 02:44

Santa Maria alla Fontana (MI)

Superfici esterne della chiesa di Santa Maria alla Fontana

06/11/2006 - 23/10/2007

Restauro e risanamento conservativo delle superfici interne della chiesa di Santa Maria alla Fontana

06/10/2010 – 31/12/2013

 L’itinerario si avvia anzitutto con una migliore conoscenza dell’ambiente, esplorandone via via sia le condizioni di salute, sia lo stato generale delle sussistenze. Una volta individuati i punti di gravità, alta o bassa che sia, sicuramente il primo intervento consiste nella eliminazione del degrado di ogni genere, sempre che siano state assicurate le situazioni periferiche di stabilità e di impermeabilità. Alle superfici ripulite occorre offrire una “pelle” traspirante, adeguatamente colorita secondo quanto emerge dalle indagini stratigrafiche. Questo edificio religioso ha indubbiamente rivelato una serie di interessanti elementi, anche decorativi che erano stati occultati, ma che in gran parte erano andati perduti. Consideriamo che nell’area sottostante sussiste il primitivo tempietto, ricchissimo di immagini e compendiato da illustri architetture, che richiamano ad una devozione e a un interesse artistico lungo di secoli. Nella basilica invece, anche a motivo del bombardamento subito durante la seconda guerra mondiale, ma pure per una manutenzione veloce e arbitraria, l’ambiente si presenta poco equilibrato nel rapporto fra l’ampia navata centrale e l’area del presbiterio. Il recupero degli ornati rimasti ha perfino aumentato tale contrasto, al quale si è creduto di ovviare aprendo un dialogo tra le varie componenti impegnate nel miglioramento e nella tutela del monumento. Per questo, una volta mantenuto e con attenzione conservato ogni elemento pittorico e scultoreo rinvenuto, si è deciso di valorizzare la dignitosa architettura creando un raccordo pur minimale fra il presbiterio e la maggiore navata. Per questo, sul fondamento delle immagini di un tempo e sui bozzetti rinvenuti nell’archivio parrocchiale, attraverso la ripresa meditata dei decori precedenti, sono stati sottolineati i sottarchi delle campate e le relative vele, con una semplificata decorazione che va a sottolineare il percorso verso l’incrocio del transetto, egregiamente affrescato nella tazza e verso il presbiterio ben più ricco di elementi. In tal modo, senza nessuna alterazione, l’attenzione del devoto non si disperde in uno spazio vacuo e senza fisionomia, ma viene condotto per gradi verso il cuore del sacro tempio.

Venerdì, 14 Aprile 2017 19:56

Sant'Anna, Onno - Oliveto Lario (LC)

Restauro delle superfici interne della chiesa di Sant’Anna

01/04/2012 – 30/11/2012

 

L’edificio attuale presenta una struttura a capanna con portale in serizzo, affiancato da due finestrelle con inferriate e sormontato da un frontone a timpano spezzato; sulla facciata si apre anche un’ampia finestra.

Il corpo dell’edificio è costituito in primo luogo da una navata unica a pianta rettangolare: sulle sue pareti si aprono, scandite da lesene, sei finte arcate.

Il presbiterio, formato da un puro e semplice allungamento a base quadrangolare della navata e coperto da una volta a botte lunettata, ha una piccola finestrella sul lato meridionale ed è caratterizzato da un piano rialzato di due gradini rispetto al resto del pavimento. Le decorazioni del presbiterio sono state realizzate con molta probabilità dopo la posa del nuovo altare; si rivelano infatti di fattura decisamente successiva a quelle della navata e non ne presentano i notevoli rifacimenti.

I rifacimenti strutturali dell’edificio e soprattutto la realizzazione delle volte sono stati causa della scialbatura e della copertura con muratura di parte del precedente apparato pittorico e delle lesene che ne risultano parzialmente nascoste. Già con i restauri del 1928 apparvero alcuni affreschi: sulle pareti della prima e della terza campata destra affreschi quattrocenteschi raffiguranti la Trinità, un gigantesco San Cristoforo, Sant’Antonio Abate, Santo Stefano e San Bernardino da Siena, comunemente attribuiti a Cristoforo da Seregno; sulla parete sinistra della prima campata si rinvennero invece motivi floreali e teste di santi firmate da Lanfranco da Lecco e realizzate con ogni probabilità entro la prima metà del XV secolo; nel medesimo periodo pare inseribile una trinità posta sul lato destro del presbiterio.

Il restante impianto decorativo visibile prima dell’intervento di restauro era frutto di una lunga campagna realizzativa conclusasi nel 1768; gran parte dei singoli personaggi ed i singoli elementi che compongono tale apparato pittorico si presentavano parzialmente incompleti e ridipinti, in quanto nell’ultimo intervento di restauro erano state riprese le parti ammalorate, mentre delle porzioni mancanti erano state disegnate solo le linee che ne delimitavano le forme.

Col restauro condotto sulle pareti delle campate si è potuta appurare la presenza di ulteriori affreschi di epoca medievale; la loro presenza ha dato origine ad una lunga riflessione condotta insieme agli Organismi di Tutela che ha portato al recupero di questi brani (tale meditazione viene meglio descritta nei prossimi paragrafi).

Nella seconda campata di destra entrando si è rinvenuto un frammento di Annunciazione con San Rocco ed una Madonna in trono ora ritagliati dall’arco della campata; nel registro inferiore un’ulteriore Madonna in trono tra Sant’Ambrogio e San Nicolò ed un riquadro con San Bernardino; nella terza campata, dove prima era unicamente visibile la raffigurazione della Trinità, nel registro superiore si è trovato un frammento di Crocefissione con la Madonna, San Giovanni e Sant’ Antonio Abate (sempre tagliati nella parte sommitale dall’arco della campata); nel registro inferiore ai lati della Trinità un riquadro con Madonna in trono e San Bernardino ed un altro con Sant’Antonio Abate.

Venerdì, 14 Aprile 2017 15:23

Santa Eufemia, Incino - Erba (CO)

Restauro di Affreschi, decorazioni, intonaci, elementi lapidei, stucchi

20/09/2012 – 11/09/2013

 

La chiesa di Sant’Eufemia d’Incino ha origini molto antiche riconducibili alla metà del V sec. Molti sono gli ampliamenti e le modifiche condotte nei secoli che ne hanno stravolto l’aspetto. Della fase romanica si è conservato un campanile del XII secolo, posto a nord della facciata. Internamente la zona più antica è l’abside semicircolare.

L’aula, a navata unica, venne ampliata nel XVI sec. sul lato facciata, raggiungendo l’inizio del campanile.

Essa è coperta con un soffitto in legno a capanna con capriate a vista.

Sulla parete destra, entrando, si apre una cappella commissionata dalla locale famiglia Parravicini, i cui pilastri con scanalature lungo il fusto sono ripresi in posizione simmetrica sulla muratura sinistra da due lesene. Nella cappella vi sono cornici in stucco sia sulle pareti che sulla volta, a contorno di alcuni dipinti su tela, i quali sono ora collocati sulla parete sinistra. In essa si è conservato anche un affresco medioevale, probabilmente avente in origine una diversa collocazione e successivamente staccato a massello, raffigurante la Madonna con Bambino, dei Santi e i committenti.

Un semplice cornicione decorato con ovuli corre lungo tutte le pareti a livello dei capitelli, dei pilastri e delle lesene presenti. Una cornice dallo stesso motivo decorativo è riproposta nella parte sommitale, appena sotto le travi trasversali.

L’apparato pittorico murario attualmente a vista, ascrivibile allo scorso secolo, si riduce ad alcune fascette e greche rosse e tondi con elementi decorativi geometrici.

Mercoledì, 22 Marzo 2017 14:32

Santa Maria al Monte Barro, Galbiate (LC)

Restauro delle superfici interne dell'presbiterio e delle cappelle della chiesa di Santa Maria al Monte Barro

11/06/2014 – 29/04/2016

-restauro presbiterio

-restauro cappelle di S.Antonio da Padova e di S.Francesco 

La chiesa di Santa Maria al Monte Barro ha antiche origini: la sua presenza è documentata già a fine Duecento nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani con dedicazione a S. Vittore.

La tradizione vuole che la dedicazione a S. Maria sia avvenuta dopo un miracolo: alcuni parrocchiani volevano spostare la statua della Madonna, pare inviata qui da S. Ambrogio, nella chiesa di Galbiate; durante il trasporto però vennero accecati e per riacquistare la vista dovettero deporre il simulacro e riportarlo poi nella chiesetta di Monte Barro.

L’edificio è oggi composto da un’unica navata su cui si innestano, sul lato sinistro, due cappelle dedicate a S. Francesco d’Assisi e a S. Antonio da Padova, raffigurati nelle statue lignee poste negli altari.

Il presbiterio rettangolare  è coperto da volta a botte lunettata che prosegue poi nel retrostante coro, ed è illuminato da un’unica finestra posta sul lato sinistro. Di pregevole fattura l’altare ligneo seicentesco che racchiude la statua, sempre in legno, della Madonna.

L’apparato decorativo maggiormente presente sulle superfici interne della chiesa, che ne connota l’attuale aspetto, è ascrivibile ai primi decenni del Novecento, anche se rimaneggiata e ritoccata in epoche più recenti. Non mancano però testimonianze pittoriche più antiche.

La parete destra del presbiterio e l’intera facciata dell’arco trionfale sono affrescate con scene relative a miracoli avvenuti in questo luogo. Racchiuse in medaglioni troviamo rappresentati nel presbiterio il prodigio del pane - portato da un angelo ai frati isolati nel convento per una forte nevicata -, il miracolo del fuoco - estinto da una pioggia miracolosa scesa solo sopra il convento -, infine la distribuzione di cibo agli appestati da parte dei frati. Sull’arco che separa la navata dal presbiterio troviamo invece sul lato sinistro il miracolo della vista perduta e poi riacquistata durante il tentativo di spostamento della statua della Madonna, mentre sul lato destro l’invio del simulacro alla chiesa di Monte Barro da parte di S. Ambrogio.

Una cronaca del convento che annota fatti avvenuti tra il 1685 e il 1797, riporta quale data di esecuzione dei dipinti il 1746.

Di epoca precedente (XVI sec.) sono invece le effigi di S. Sebastiano e S. Rocco dipinti rispettivamente sul pilastro sinistro e destro del primo (dall’ingresso) arco ogivale , la Madonna con Bambino e un orante sulla parete destra della prima campata (emersa scrostando l’intonaco nel 1901), e la Madonna del latte sul pilastro destro del quarto arco ogivale.

Del medesimo periodo anche gli affreschi, in parte ancora scialbati, che ornano l’intera cappella di S. Francesco.

Cappella di S. Antonio da Padova

La cappella è tinteggiata con una semplice decorazione seriale eseguita a stampe. In passato l’intonaco è stato rifatto, probabilmente per sopperire a problemi di umidità, fino a circa 2,5 m dal pavimento. L’intervento non è stato comunque risolutivo anche perché la malta utilizzata sembrerebbe essere di tipo cementizio: si potevano notare infatti formazioni di sali, disgregazioni, sollevamenti e macchie scure. Anche in volta vi erano segni di degrado dovuti all’umidità, in questo caso dovuta a infiltrazioni dalla copertura.

Cappella di S. Francesco

La cappella mostrava solo alcune porzioni a vista distribuite sull'intero apparato decorativo ad affresco, ovvero le zone interessate da un’operazione di rimozione degli strati pittorici condotta in passato.

Purtroppo l’intervento di descialbo è stato eseguito in modo inidoneo andando ad abradere la superficie dipinta e a causare la perdita di frammenti di colore; queste operazioni non sono state eseguite da operatori specializzati, quasi sicuramente da persone presenti in loco per altri lavori ed incuriositi dall'emergere del colore.

Erano presenti alcune fessurazioni e distacchi dell'intonaco dal supporto murario.

Nella fascia inferiore della zoccolatura si osservavano problemi di umidità di risalita: soprattutto ai lati della mensa d’altare vi erano evidenti efflorescenze saline che hanno causato disgregazioni e sollevamenti delle stesure pittoriche.

Mercoledì, 01 Febbraio 2017 16:09

Monumento ad Alessandro Manzoni in Lecco

Conclusione intervento anno 2016

 

 


Mercoledì, 01 Febbraio 2017 15:21

Monumento celebrativo ad Alessandro Manzoni (LC)

Restauro monumento celebrativo ad Alessandro Manzoni.

Lecco
08/03/2016 - 13/05/2016

Il restauro conservativo del monumento celebrativo di Alessandro Manzoni, collocato nell’omonima piazza a Lecco, e condotto da marzo a maggio 2016 .

Appena appreso della morte del Manzoni il comune di Lecco decise di commemorare lo scrittore con un monumento a lui dedicato.

L'11 ottobre 1891 si tenne l'inaugurazione del monumento, celebrato da tutti i principali giornali italiani, con il discorso del senatore Gaetano Negri sindaco di Milano; la sera, durante il banchetto all'hotel Croce di Malta, intervenne Giosuè Carducci che pronunciò il noto "discorso di Lecco" sull'opera di Manzoni.

La statua fu modellata da Francesco Confalonieri (1850-1925) e fusa in bronzo dai fratelli Barzaghi a Precotto; è alta m 2,80 e poggia su un basamento di granito rosso di Baveno alto m 4,50, realizzato da Giuseppe Fumagalli. Il basamento è decorato da quattro altorilievi del Confalonieri: il rapimento di Lucia ossia la colpa, don Rodrigo morente al Lazzaretto cioè l'espiazione, i due Sposi  festanti cioè la vittoria dell'innocenza e sul lato  verso il Resegone lo stemma e la dedica di Lecco. Questi pannelli vennero realizzati nella fonderia dei F.lli Romani.

 

 

Mercoledì, 20 Luglio 2016 18:50

Brera (MI)

Restauro delle superfici interne di Brera- biblioteca Braidense

Milano 

2002 / 2004 / 2005

-sala cataloghi

-sala ingresso

-sala manoscritti

Il primo edificio che sorgeva nel luogo ora occupato dall’attuale Palazzo di Brera, nel 1171, era il ricovero degli Umiliati, che successivamente si trasformò in ordine religioso (i resti della chiesa di S. Maria di Brera si conservano oggi nel museo di Arte Antica del Castello Sforzesco). Soppresso l’ordine per volere di San Carlo, nel 1572 venne sostituito con quello dei Gesuiti che diedero origine all’edificio del “Collegium” secondo i dettami del progetto di Francesco Maria Richini. A caratterizzare il complesso erano il grande cortile circondato dal loggiato e dallo scalone a doppia rampa, che nel corso dell’ottocento vennero arricchiti con statue di illustre figure milanesi ed in particolar modo dal divino Napoleone-Marte pacificatore sito al centro dell’ampio cortile. Nel 1773 anche la famiglia dei Gesuiti venne abolita e con Maria Teresa d’Austria il “Collegium” fu trasformato in una scuola laica a cui venne annessa la Biblioteca e nel 1776 l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Nel 1717-25 circa a Fabbrica Francesco si deve la decorazione ad affresco della volta della Sala Teologica con la rappresentazione del Trionfo della Ragione, ovvero Allegorie delle arti, delle scienze e della teologia. Altro artista che operò all’interno delle sale della Biblioteca è Luigi Vaccani; a lui sono attribuite la decorazione della volta della Sala dei Cataloghi (1818-21), la decorazione della volta della Sala di Maria Teresa (1823-1824) e la decorazione della volta della Sala dei Manoscritti (1835). Delle restanti sale con soffitti decorati, la Sala Manzoniana, l’Ingresso, la Sala di Consultazione e la Sala 12, non si conosce l’artista che operò in ciascuna di esse.
La sala oggetto dell’attuale intervento di restauro presenta una volta a botte decorata con elementi fito-zoomorfi, fasce e rosoni, stesi su una superficie di 77,48 mq. La decorazione floreale si dipana tra figure di sfingi, grifoni, civette e scheletri che diventano elementi decorativi all’interno del fregio in cui sono racchiuse rappresentazioni militari. L’apparato decorativo è eseguito a mezzo fresco nell’impianto generale e rifinito con tinte a calce nei punti di maggior luce e massimo scuro. 
Mercoledì, 20 Luglio 2016 16:52

San Giorgio, Origgio (VA)

Restauro delle superfici interne ed esterne della chiesa di San Giorgio

Origgio, (VA)

03/10/2014 - 25/09/2015

Intonaci, decorazioni, affreschi

 

La piccola chiesa di S. Giorgio è di antica fondazione. La più antica citazione scritta di tale edificio è contenuta in un documento del 1181.
Appartenente alla plebe di Nerviano, fino al 1701 la chiesa conserverà il titolo di parrocchiale.
L’impianto attuale è costituito da un’unica navata, coperta da un soffitto in legno e terminante in un presbiterio rettangolare con volta a crociera.
Le superfici di quest’ultimo sono completamente affrescate : sulle pareti laterali sono raffigurate scene della vita di S. Giorgio (due per ogni lato) e sopra queste i quattro dottori della chiesa; sulla parete di fondo, al centro della fascia superiore Dio Padre e ai lati Davide e Mosè, mentre nella fascia inferiore S. Carlo e S. Erasmo; sulla volta i quattro evangelisti. La decorazione si estende sull’arco trionfale con la scena dell’Annunciazione e nel sottarco con Giosuè, Melchisedech, Gedeone e Gioele.
Affreschi ricoprono anche la cappella, un tempo dedicata ai Re Magi, che si innesta sul lato meridionale, anche se rispetto a quelli del presbiterio sono molto meno conservati: vi sono raffigurate scene legate all’infanzia di Gesù quali lo sposalizio della Vergine e la strage degli innocenti, oltre a figure intere di diversi Santi.
I cicli pittorici finora descritti sembrano appartenere ad un’unica fase decorativa, collocabile nei primi decenni del XVII sec.
Sulla parete nord della navata vi sono inoltre due porzioni di affresco, eseguiti in epoca precedente e posti su un livello di intonaco sottostante all’attuale stesura: uno probabilmente appartenente alla raffigurazione di S. Giorgio con il drago e l’altro è parte di una crocifissione.
Alla chiesa si accede sia dalla porta principale, posta in facciata, che da un ingresso minore situato sul lato sud. Un'ulteriore entrata porta direttamente nel presbiterio, attraverso la sacrestia.
La navata è illuminata da una grande finestra rettangolare realizzata sulla controfacciata e da due oculi posti in posizione simmetrica sulle due pareti laterali. Due ulteriori finestre rettangolari si aprono rispettivamente sul lato destro del presbiterio e della cappella.
Esternamente la chiesa è completamente intonacata e sul lato meridionale, tra la cappella e la sacrestia, si erge un campanile con mattoni a vista.
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