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restauro tele
Restauro Tele
Sant'Antonio da Padova rimprovera
Ezzelino da Romano
Restauro di dipinto ad olio su tela opera di Carlo Francesco Nuvolone.
Milano
21/03/2011 – 30/09/2011
Dipinto attribuito a Carlo Francesco Nuvolone. Si ritiene che tale manufatto fosse sito originariamente nella quarta cappella destra della chiesa di San Francesco Grande in Milano e che sia stato successivamente traslato quando tale vano fu eliminato durante il periodo napoleonico. A supporto di tale attribuzione esiste un atto del 7 lugli 1655 nel quale ci si impegnava a pagare a Carlo Francesco Nuvolone L. 180 per un dipinto destinato alla cappella di Sant'Antonio. La tela, di dimensioni cm 218 X 192 e racchiusa all'interno di una cornice dorata ed intarsiata, ritrae Sant'Antonio da Padova mentre, con l'indice della mano destra alzata verso il cielo, apostrofa il podestà di Verona, Ezzelino da Romano. Questi, assiso su di un trono sopraelevato sito al centro della rappresentazione, è circondato da guardie e uomini a lui fedeli ed alle sue spalle, dall'alto, scende un fluente drappo rosso. In secondo piano troviamo una calca di soldati e gente comune. In ultimo sul lato destro è raffigurato, con due frati, Sant'Antonio; alle spalle di quest'ultimo si distingue la figura di un castello.
Sacra Famiglia con angeli
Restauro di dipinto ad olio su tela opera di Carlo Francesco Nuvolone.
Annone
20/10/2005 – 21/02/2007
Il quadro, delle dimensioni di m 1,9 X 3,03 di altezza, rappresenta il riposo surante la fuga in Egitto. Attualmente è di proprietà della chiesa parrocchiale di Annone Brianza e lì conservato. Fu donato alla chiesa nell'Ottocento da Lorenzo Geronimi di Chiavenna, proprietario in Annone; secondo la sua testimonianza, il quadro costituiva la pala dell'altare maggiore della chiesa del convento dei Cappuccini di Chiavenna. Egli l'attribuisce a Giambattista Panfilo detto il Nuvolone, sulla base della valutazione del pittore Giacomo Martinez, che forse ne attuò pure un restauro, quello che gli atti parrocchiali affremano eseguito dalla famiglia di Lorenzo geronimi avanti la donazione. La pala dell'altare maggiore della chiesa chiavennasca, secondo un manoscritto donato dai Geronimi nel 1893 all'archivio dei Cappuccini della Provincia Lombarda, raffigurava san Giuseppe e venna pagata nel 1648 a Carlo Francesco Nuvolone per lire 500 imperiali. Di essa si persero le tracce, ma con ogni probabilità si tratta di questo stesso dipinto di Annone. In effetti, all'estremità sinistra della tela, circa a metà altezza, vi è una scritta su tre righe che sembra originaria e che attribuirebbe autore e data dell'opera ("VS.F CVS.NEVLONUS/DTVUPANFILVS/ECIT.1646). Il fatto appare quindi di grande interesse poichè consente di acquisire un'ulteriore testimonianza del pittore, molto attivo nel cicuito dei Cappuccini, e di precisare l'itinerario della sua attività pittorica.
Assunzione della Vergine
Restauro di dipinto ad olio su tela opera di G. Nuvolone.
Costamasnaga
01/11/2002 – 28/05/2003
Il dipinto, di cm 173 x 267, proviene dalla raccolta del marchese Vitaliano Crivelli di Inverigo e venne ceduto al parroco don Giuseppe Antonio Rimoldi a metà Ottocento in cambio di un quadro dell'Appiani. La composizione, ampiamente alterata, si dimostra dopo il restauro come il frammento di una pala ben più vasta, poichè, sotto le ridipinture al margine superiore, sono riapparse le membre di figure identificabili nel Cristo e nel Padre Eterno. Sul nastro svolazzante del putto angelico di sinistra si legge: IOSEP. H. NOVELUS DICTUS PANFILUS 1672; la scritta conferma dunque l'assegnazione già tradizionale a Giuseppe Nuvolone detto Panfilo, con la data (non certissima nel decennio) vicina alle opere attuate a Cremona ed alla Flagellazione di Cristo già nel Palazzo Ducale di Milano. Pur se in condizioni alterate nella zona centrale intorno al volto della Vergine, il quadro si propone come di grande interesse par la inusuale raffigurazione, non presente fra le opere dei Nuvolone, ed ancor più per la vicinanza fra questa Assunta e quella simile stesa dal fratello Carlo Francesco nel 1646 per la pala milanese di Santa Maria al Lentasio, ora a Brera. L'opera di Costamasnaga non è mai stata segnalata nei repoertori del pittore, rimanendo la sua segnalazione confinata finora in un volume di monsignor Carlo Marcora dedicato a quella comunità e pubblicato nel 1971.
restauro palazzi
Restauro Palazzi
Palazzo dell’Arengo
Restauro delle superfici. Affreschi, decorazioni, cotto, lapidei, intonaci.
Novara
01/12/2010 - 30/03/2011
Le superfici esterne sono prevalentemente costituite da mattoni a vista appartenenti a diversi periodi storici in quanto il manufatto subì diverse trasformazioni nel corso dei secoli, tra cui quelle maggiormente significative sono ascrivibili alla fine del XVII sec., con inserimento di un coronamento barocco, apertura di un balcone e di finestre,ecc., e agli inizi del XX sec. con la riproposizione dell’aspetto medievale. Questi mutamenti hanno causato la perdita di gran parte degli apparati pittorici di cui si è mantenuta però, oltre ad alcuni brani frammentari, una fascia decorativa di metà Duecento di notevole interesse. Tale fregio risulta pressoché integro sulla facciata sud, ad eccezione di qualche lacuna e della parte centrale in cui era stata inserita una scritta nel corso dei restauri del terzo decennio del Novecento in sostituzione di apparati decorativi sette-ottocenteschi. Il restauro ha avuto avvio dal fregio decorato con una serie di prelievi sottoposti ad indagini di laboratorio per indagare sia la tecnica pittorica e i pigmenti utilizzati sia la presenza di eventuali sostanze di restauro.
Casa del Pellegrino
Restauro di due Camerae Pictae. Affreschi – Edificio medievale con affreschi borromaici.
Civate (LC)
23/03/2009 – 22/09/2009
I locali dipinti dovevano essere almeno tre, tutti rivolti alla via Canova dove si aprivano rare finestre in cotto; dal lato opposto si affacciavano con porte dipinte sopra un corridoio-veranda, forse mediante disimpegni i quali conducevano all’altra ala del palazzetto. La camera più ad ovest, incorporata in altra unità abitativa, è andata perduta per quanto rimanga il suo accesso, mentre le due stanze si sono conservate interamente dipinte e coperte da un soffitto ligneo.
Ex Villa Mambretti
Restauro delle decorazioni esterne.
Fino Mornasco (CO)
01/05/2006 - 30/03/2008
Nel 1900 il complesso, costituito allora dalla villa di quattro piani e quattordici ambienti e da un rustico, fu ceduto ad un possidente di Cadorago, Luigi Verga, il quale non lo utilizzò come sua dimora, ma lo affittò ad alcune famiglie della zona, tra le quali i Mambretti. Questi ultimi, quindici anni più tardi, acquistarono l’immobile e il terreno circostante. Il capofamiglia, l’imprenditore Francesco Mambretti, decise di procedere alla ristrutturazione della propietà ed affidò il progetto all’architetto Federico Frigerio: l’intervento, effettuato in un momento compreso nel lasso di tempo intercorrente tra il 1920 ed il 1930, consistette nell’ampliamento dell’edificio principale, con la realizzazione di sale e scaloni, e alla sua connessione con il secondo immobile, il quale fu alzato di un piano; tale epoca vide anche la realizzazione degli affreschi, dei graffiti e degli stucchi che ornano ancor oggi le pareti esterne della Villa, nonché di un’esedra di stile neoclassico, strutturata in due bracci protesi verso l’esterno, attorno ad una grande cancellata.
restauro chiese
Restauro Chiese
Santa Maria Podone
Restauro delle superfici dell'abside e del portale romanico. Affreschi, stucchi appartenenti ai periodi del Romanico e del Quattrocento.
Milano
01/12/2003 – 10/01/2007
L’absidiola fu rinvenuta dal Baroni, il quale ne dà notizia in un suo scritto del 1939, dove denuncia il rinvenimento di solo alcune tracce, “figure erette di santi ad aureola rilevata”, scarsamente leggibili al di sotto di un leggero strato di intonaco. Lo studioso probabilmente riuscì a leggere i due offerenti a lato del crocefisso, essendo la composizione allora ancora ricoperta dallo scialbo di calce. Nel 1965 il Mazzini pubblica, nella sua raccolta di affreschi lombardi del 1400, l’immagine del cristo crocefisso, attribuendolo tra vari dubbi ad un pittore lombardo della seconda metà del XV secolo, inserendolo come frammento allora visibile di una più ampia composizione ancora celata. Al di sotto del dipinto quattrocentesco del registro inferiore sono emerse tracce di un precedente dipinto, probabilmente romanico, visibili in corrispondenza di una monofora tamponata (girando anche all’interno della stessa) e nell’orlo inferiore del secondo registro.
Chiesa di Santa Maria della Neve
Restauro interni ed esterni. Affreschi, decorazioni, intonaci e stucchi
Travedona di Monate (VA)
07/05/2008 – 13/07/2009
L’edificio, eretto nella seconda metà del XIV secolo dal Vescovo di Bergamo, Branchino Besozzi, è costituito da un’unica navata terminante in un’abside quadrangolare coperta da una volta a crociera con arco trionfale ogivale in mattoni. Del ciclo di affreschi che anticamente decoravano le superfici interne si sono conservati solo quelli localizzati nell’angolo sud-est, nello specifico sulla ricaduta destra dell’arco trionfale e nel tratto adiacente del fianco destro della navata, e quelli sulla parete di fondo e sinistra dell’abside. Sull’arco trionfale vi è rappresentato un trittico, ascrivibile al XV secolo, con al centro la Madonna del Latte e ai lati due Santi, forse san Giovanni Evangelista a sinistra e santo Stefano a destra. Appena al di sopra è presente un affresco, visibile solo dalla metà in giù, probabilmente risalente al Cinquecento. Dovrebbe trattarsi dell’Assunzione della Vergine, di cui si vede solo la parte inferiore della veste.
Canonica di San Salvatore
Restauro delle superfici interne. Affreschi ed intonaci romanici – affreschi Trecenteschi
Barzanò (LC)
01/06/2009 – 31/05/2011
Il Mantovani ritiene che la costruzione del nucleo originario di San Salvatore sia da attribuire ad un certo Novellio, come tempio per celebrare i riti degli Dei Pagani. Nel 700 venne poi incorporato nell’erigendo castello e trasformato in luogo di culto cristiano, per venir poi ampliata verso ponente e levante. Il 26 ottobre del 1892, l’architetto Luca Beltrami, il sig. Celestino Mantonavi e l’allora sindaco di Barzanò attestano in un verbale di sopralluogo il rinvenimento di un affresco policromo del 1300 sul muro interno nord del primo vano. Gli affreschi trecenteschi sono stati sovrapposti ad un ampio apparato pittorico romanico anch’esso sottoposto a restauro.