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Palazzo Recalcati, Malgrate (LC)
Restauro delle superfici esterne del palazzo Recalcati in Malgrate (LC)
malgrate 09-07-2018 19-10-2018
Il complesso architettonico in oggetto fu edificato 1500 dalla famiglia Bonanomi. In tale palazzo si stabilirono, nella seconda metà del XVII sec., i Recalcati, ai quali si deve la costruzione dell'adiacente oratorio dedicato a S. Carlo.
L’intervento principale ha interessato fronti interni dell’edificio, prospicienti il cortile.
La facciata e l’androne sono stati già interessati da lavori manutentivi in tempi piuttosto recenti: su tali superfici le operazioni necessarie sono state quindi più limitate.
Monumento a Mario Cermenati (LC)
Restauro monumento celebrativo a Mario Cermenati .
Lecco
03/06/2019 - 19/07/2019
All'interno della piazza dedicata al naturalista e politico lecchese si erge un piedistallo riproducente l'aspetto e le forme di un picco roccioso . Sopra di esso trova sede l'effige marmorea del Cermenati, opera dello scultore veneto Francesco Modena: tale opera fu realizzata nel 1943 in luogo della precedente statua in bronzo, realizzata da Mario Rutelli, utilizzata nel corso della seconda guerra mondiale come materiale per la produzione di armamenti. L'attuale statua raffigura il personaggio in piedi, con lo sguardo rivolto verso il lago e la mano destra appoggiata su una pila di tre libri posti su di un ripiano. Sullo sperone a foggia rocciosa troviamo un incisione riportante un'epigrafe del poeta Giovanni Bertacchi e una finta corona vegetale in metallo, corredata da un cartiglio riportante la dicitura "GLI ALPINI DI LECCO".
Da notarsi come il basamento non sia formato da un unico blocco di pietra ma bensì da più elementi; questi ultimi sono giuntati fra loro mediante stuccature, talvolta associate all'inserimento di elementi più piccoli di riempimento.
Il complesso monumentale si compone anche di uno scivolo in pietra, su cui trova appoggio il piedistallo, e un cordolo lapideo che percorre tutto il perimetro; su quest'ultimo è fissata una recinzione decorativa in metallo.
Mater Orphanorum, Somasca di Vercurago (LC)
San Giuliano Martire, (MI)
Restauro superfici esterne della Chiesa di San Giuliano Martire
San Giuliano Milanese (MI)
18/04/2017 - 21/04/2018
Il monumento prima dei lavori in oggetto mostrava un generale ed evidente decadimento dello stato di conservazione ed una complessiva diminuzione del suo decoro. Tale quadro di deterioramento si componeva poi di diverse forme di ammaloramento, la cui origine era riconducibile, nella maggior parte dei casi, alla negativa influenza esercitata da umidità e precipitazioni meteoriche: alla presenza di umidità di risalita capillare nelle fasce inferiori delle murature si associava altresì l'azione sulle superfici di flussi d'acqua, sia per diretta esposizione, sia per percolatura e/o infiltrazioni; questi elementi di degrado avevano potuto infatti agire nel corso degli anni con grande forza, grazie al facile accesso concesso da una copertura in condizioni non ottimali. La parte sommitale della facciata e le notevoli sporgenze dei cornicioni erano coperti da scossaline che col tempo avevano perso la loro funzione principale, permettendo così all'acqua di penetrare all'interno delle murature. Anche il sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, quali canali di gronda e pluviali, appariva insufficiente rispetto al livello di efficienza necessario a garantire un'adeguata salvaguardia di ambienti ed apparati decorativi e murari.
Si riscontravano diverse patologie derivanti da quanto qui sopra descritto.
In primo luogo si notavano ai piedi delle pareti i sintomi tipicamente associati alla presenza di umidità di risalita capillare: emersione di sali, disgregazione degli intonaci con caduta di porzioni degli stessi e delle sovrastanti stesure di colore. Tali manifestazioni risultavano potenziati nei loro effetti deleteri dalla presenza di ampie e diffuse rappezzature eseguite in tale area con impasti a base cementizia: tale tipologia di materiale potenzia gli effetti nefasti della presenza di umidità, giacché, a causa della sua impermeabilità, impedisce la buona traspirazione delle murature e il corretto smaltimento delle quantità d'acqua in eccesso; l'umidità quindi, accumulandosi, spingendo ed agendo con ancor maggior forza ed intensità, porta a disgregazioni e rotture degli intonaci. Tale situazione è poi stata aggravata dalle diverse capacità di risposta elastica di tale materiale con le malte circostanti, a base calce, alle naturali micro sollecitazioni meccaniche delle strutture; ciò ha favorito la formazione di cavillature e fessurazioni, le quali costituiscono anche un facile accesso delle infiltrazioni.
Per quanto concerne il resto della facciata sovente si osservavano, a carico di numerose porzioni degli intonaci, fenomeni di progressivo indebolimento, avanzati spesso sino al punto di causare disgregazioni e perdite di materiale con formazione di lacune. A tali problematiche si associano esfoliazioni, disgregazioni e rigonfiamenti. Anche in tali aree si rilevavano emersioni di efflorescenze e criptoefflorescenze saline.
Si notavano ampie e diffuse porzioni del colore interessate da processi d'indebolimento, decoesione e polverizzazione, i quali, arrivando assai spesso a provocare la caduta di numerosi frammenti, davano origine a disturbanti lacunosità.
L'afflusso e il ristagno d'acqua, nonché le forti concentrazioni di umidità presenti nelle murature, avevano altresì favorito la nascita e lo sviluppo di locali colonie di materiale vegetativo, distribuite in tutte le aree della facciata principale e delle superfici del campanile, consistenti principalmente nell'evidente e diffusa sussistenza di patine biologiche. Ad eccezione delle parti interne della cella campanaria e delle cornici circostanti le restanti superfici del campanile sono state completamente rifatte con intonaco cementizio e tinteggiatura a lavabile. Notevole era la presenza di biodetergeni quali muschi, licheni e colonie biologiche di vario tipo. I capitelli in pietra raffiguranti mascheroni erano interessati da disgregazione e passate stuccature che avevano alterato notevolmente il modellato. L'interno della cella campanaria era in pessime condizioni di conservazione, con cadute d'intonaco, sollevamenti, muffe, distacchi della pellicola pittorica.
Si notava inoltre che le chiavi dei tiranti e gli altri elementi metallici presenti sul monumento si erano in più casi arrugginite.
In aggiunta alle patologie ed agli ammaloramenti sopradescritti, si sommava la costante accumulazione di abbondanti depositi formati dalla stratificazione di sporco incoerente, polveri e fumi di variegata natura. Questi accumuli andavano a formare un velo diffuso che appesantiva le superfici ed ostacolava una corretta percezione delle cromie, impedendo al contempo un pieno godimento degli equilibrati accostamenti delle colorazioni dei molteplici elementi e delle diverse aree che compongono i prospetti esterni del monumento.
In ultimo si sottolinea che molteplici furono i rifacimenti che andarono a intervenire sia sugli intonaci e sui modellati delle superfici esterne sia sui colori, con l'esecuzione di numerosi rappezzi cementizi e di varie riprese pittoriche.
Cenacolo Vinciano (Santa Maria delle Grazie) (MI)
Cenacolo Vinciano (Santa Maria delle Grazie) (MI)
Restauro superfici decorate corridoio di collegamento tra l’ingresso del Museo del Cenacolo Vinciano ed il Chiostro Grande della Basilica di Santa Maria delle Grazie di Milano
23/10/2017 - 11/12/2017
Su terreni siti nelle vicinanze di Porta Vercellina che il conte Gaspare Vimercati, comandante delle milizie ducali e uomo di fiducia di Francesco Sforza, aveva donato ai frati domenicani, sorse, a partire dal 1463, il convento di S. Domenico, poi intitolato a
S. Maria delle Grazie.
Le prime fasi dell'edificazione del complesso conventuale, dirette da Guiniforte Solari, videro in particolare la costruzione del Chiostro dei Morti, attiguo alla chiesa, in particolare in corrispondenza dell'antica Cappella delle Grazie. Il chiostro fu distrutto dai bombardamenti anglo americani del 1943 e ricostruito nel corso del secondo dopoguerra.
Il lato sud del chiostro è occupato nella sua interezza dal refettorio, mentre sugli altri lati, oltre alla già citata Cappella delle Grazie, trovano affaccio la biblioteca, il Locutorio ed il Capitolo.
Santa Marzia al Molinatto, Oggiono (LC)
Restauro delle superfici interne della chiesa di Santa Marzia
03/10/2011 –26/09/2014
L’edificio si presenta con un’unica navata coperta da una volta a botte con lunette per le finestre divisa in due campate: al centro di ciascuna campata della volta è posta una cornice modanata all’interno della quale è raffigurata in un caso S. Marzia e nell’altra la Gloria della Croce.
A scandire le campate troviamo alcune lesene decorate a finto marmo. Inoltre su ciascuna delle due pareti si aprono due nicchie chiuse da vetrate, all’interno delle quali sono presenti interessanti statue lignee policrome.
Il presbiterio, a pianta quadrangolare, è coperto invece da una volta a crociera dipinta con decorazioni ornamentali; sulla parete di fondo troviamo rappresentati, in un trompe l’oeil, elementi architettonici e floreali probabilmente realizzati alla fine dell’Ottocento o all’inizio del secolo successivo ad imitazione del tipico gusto del periodo del barocchetto; al centro e ai lati sono dipinte delle finte cornici ed in quella della parete di fondo è inserito un dipinto su tela raffigurante la Sacra Famiglia mentre nelle altre campiture sono appese opere di vario genere, quali stampe etc.
San Marco (MI)
Restauro della cappella di San Nicola e del transetto sud della chiesa di S. Marco in Milano
09/11/2016 - 15/12/2017 Affreschi, decorazioni, intonaci
Cappella di S. Michele, Abbazia di Novalesa (TO)
Restauro Conservativo della Cappella di S. Michele - Abbazia di Novalesa (TO)
10/06/2015 - 10/07/2015
Sant'Antonio Abate, Valmadrera (LC)
Restauro delle superfici interne della chiesa di Sant’Antonio Abate
19/08/2013 – 15/05/2014 restauro superfici interne del Presbitero
22/08/2016 - in corso restauro superfici interne dell'Aula
I lavori sono iniziati analizzando in modo puntuale le superfici. L’indagine ha mostrato un stato di conservazione ancora più grave rispetto a quello che si era potuto osservare da lontano. Gli affreschi della volta e dei pennacchi, oltre ai consistenti depositi di sporco incoerente, alle numerose ridipinture ed agli estesi rifacimenti, presentavano notevoli fessure, in passato già risarcite in almeno due riprese. Anche le zone non affrescate presentavo tali ammaloramenti, ai quali si sommavano fenomeni di sollevamento delle tinteggiature e conseguenti perdite di porzioni di colore.
A seguito dell’espletamento delle usuali indagini preliminari sono state eseguite dapprima minime campionature di consolidamento e pulitura. L’ampliamento graduale di tali campionature mostra che sotto estesi rifacimenti, che sovente comportano radicali modifiche all’originaria impostazione formale e cromatica, è possibile recuperare, con delicate tamponature di acqua distillata, le sottostanti colorazioni e forme.
Per le decorazioni e le superfici semplicemente campite si è proceduto con la rimozione delle tinte a semilavabile in distacco, ed il consolidamento delle superfici. Si procede inoltre alla verifica puntuale della stabilità degli elementi in aggetto (cornicione, ovuli, cornici ecc.), procedendo ove necessario alla loro messa in sicurezza, anche al fine di evitare eventi di distacco di materiale, già occorsi in passato, pericolosi per l’incolumità di coloro che sostano all’interno dell’ambiente sacro