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Pubblicato "I monumenti dell’abbazia di Civate alla luce del restauro "
Pubblicato da Teka Edizioni il libro di Giacomo Luzzana sul complesso abbaziale di San Pietro al Monte. Attraverso il punto di vista del restauratore il volume rilegge la complessità storica ed artistica di questo eccezionale gioiello dell'arte romanica, riunendo dati e considerazioni maturate in decenni di attività a contatto con il monumento.
Per info:
Luzzana restauri srl : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Teka Edizioni: http://www.tekaedizioni.it/
Associazione Amici di San Pietro: http://www.amicidisanpietro.it/
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo - Villa Vergano
Santa Maria Podone (MI)
Restauro delle superfici dell'abside e del portale romanico. Affreschi, stucchi appartenenti ai periodi del Romanico e del Quattrocento.
Milano
01/12/2003 – 10/01/2007
L’absidiola fu rinvenuta dal Baroni, il quale ne dà notizia in un suo scritto del 1939, dove denuncia il rinvenimento di solo alcune tracce, “figure erette di santi ad aureola rilevata”, scarsamente leggibili al di sotto di un leggero strato di intonaco. Lo studioso probabilmente riuscì a leggere i due offerenti a lato del crocefisso, essendo la composizione allora ancora ricoperta dallo scialbo di calce. Nel 1965 il Mazzini pubblica, nella sua raccolta di affreschi lombardi del 1400, l’immagine del cristo crocefisso, attribuendolo tra vari dubbi ad un pittore lombardo della seconda metà del XV secolo, inserendolo come frammento allora visibile di una più ampia composizione ancora celata. Al di sotto del dipinto quattrocentesco del registro inferiore sono emerse tracce di un precedente dipinto, probabilmente romanico, visibili in corrispondenza di una monofora tamponata (girando anche all’interno della stessa) e nell’orlo inferiore del secondo registro.
Cappelle del Rosario
Restauro di 9 cappelle.
Caglio
2001-2002 – 01/09/2003-15/12/2003
Quindici cappelle sorgono lungo il viale e la scala d'accesso alla piccola chiesa di Santa Maria di Campoè, alcune addossate al declivio del camposanto, altre, invece, verso la valletta. Le cappellette presentano una nicchia a tutto sesto sulla cui parete di fondo sono affrescati ì Misteri del S. Rosario, risalenti agli inizi degli anni Cinquanta. Le prime cinque cappelle, raffiguranti i Misteri Gloriosi, sono state restaurate nel 2001-2002; altre quattro cappelle risultano prive di affreschi; delle ultime sei restaurate nel 2003, le prime cinque rappresentano i Misteri Gaudiosi, l'ultima è la prima dei Misteri Dolorosi. Nella treza cappella, dedicata alla Natività, è stata apportata una modifica nel 1966 sovrapponendo alla precedente lavorazione interamente scomparsa un nuovo dipinto realizzato su supporto mobile di metallo dal pittore Arzuffi.
Edicola religiosa - Olcio
Restauro Cappella dedicata alla Vergine.
Mandello del Lario - loc. Olcio
01/09/2009 – 05/11/2009
Conformata a capanna la costruzione è in muratura di sassi calcarei locali, stilati con malta di calce e ricoperta di due strati di intonaco, quello originale ancora in parte evidente. Prima del restauro volta e pareti laterali presentavano una tinteggiatura azzurra, realizzata probabilmente negli anni Cinquanta, che oscurava quasi completamente i dipinti, i quali emergevano solo in alcuni punti; il fondo era bianco e decorato con alcuni elementi votivi di recente fattura. Ora sulle pareti sono individuabili quattro personaggi aureolati (San Rocco, San Sebastiano di identificazione certa; San Giuliano l'Ospitaliere e Santa Barbara o Maria Maddalena di attribuzione dubbia). Sulla volta troviamo il Cristo Pantocratore all'interno di una cornice con raggi; all'esterno diquest'ultima trovano posto i simboli dei quattro evangelisti. Sul fronte emergono i resti di una probabile Annunciazione, che conserva solo il personaggio dell'angelo annunciante. L'apparato pittorico mostra in generale un livello di eleganza stilistica e di raffinatezza esecutiva assai sorprendenti se si considera il luogo ove realizzato. La foggia degli abiti e delle capigliature dei personaggi parrebbe indicare nella seconda metà del XV secolo (1460-1480) la realizzazione degli affreschi.
Crocefisso, Sirone (LC)
Restauro di statua lignea policroma.
Sirone
29/09/2007 – 04/02/2009
Il Crocefisso, sito nella chiesa parrocchiale di Sirone, misura cm 150 X 130 ed è costruito, almeno per quanto riguarda il corpo di Cristo, con legno di pioppo. Il busto è costituito da un blocco di legno unico scavato dal retro per alleggerire la struttura. Osservando la statua dal retro si è notato che le bracia sono innestate al corpo tramite dei perni lignei e dei chiodi. Si sono trovate anche due pezze di tela incollate all'interno del busto: si può presumere che la loro funzione fosse stata quella di rendere più compatto e resistente il sottile spessore di legno scavato. Durante l'internvento ci si è accorti che anche la testa era ricavata da un pezzo di legno separato rispetto al corpo e fissato ad esso tramite grossi chiodi. La croce a cui è agganciata la statua del Cristo, tramite chiodi di metallo rivestiti nella parte a vista con elementi in legno, risulta di recente fattura.
Madonna del Rosario, Vendrogno (LC)
Restauro di statua lignea policroma del XVII.
Vendrogno
25/01/1992 – 25/02/1993
La statua è sita entro una nicchia dell'Oratorio della Confraternita del Santissimo ricavato nel 1728 sopra il porticato della parrocchiale di San Lorenzo. Secondo le indicazioni della visita pastorale del 1746 una statua lignea della Vergine del Rosario, dipinta e dorata, si vedeva nell'apposita cappella in Chiesa. La statua rappresenta la Madonna del Rosario, dipinta e dorata, alta circa 1.65 m e sorreggente nella sinistra la figura del Bambino. La statua è scolpita in un solo tronco di legno relativamente tenero, cui si è giustapposto l'elemento costitutivo dell'avambraccio destro. In tempi piuttosto recenti la base a nimbi è stata rafforzata sovrapponendovi un modesto supporto di circa 1 cm di spessore.
Statua dell'Immacolata, Sorico (CO)
Restauro di statua lignea policroma.
Sorico
01/06/2007 – 29/11/2007
La statua scolpita in legno di pioppo e dipinta è alta 152 cm, compreso il basamento. La raffigurazione corrisponde alla classica iconografica mariana dell'Immacolata. Le mani incrociate sul petto rappresentano un atteggiamento di preghiera e la sua totale obbedienza a Dio. Il volto emana dolcezza e grazia e l'intera figura è caratterizzata da compostezza e decoro. Il capo è coperto da un velo azzurro, che allude alla sponsalità, i cui lembi sono mossi dal vento, per significare la presenza dello Spirito Santo. L'esistenza di un perno metallico e di fori nella testa fa inoltre presupporre che la tipica corona di 12 stelle le cingesse il capo. Caratteristica è anche la falce lunare ai suoi piedi, simbolo delle sua superiorità sul tempo e quindi della sua eternità, ed il gesto di calpestare il drago/serpente ad indicare la sua vittoria sul male.
Assunzione della Vergine, G.Nuvolone
Restauro di dipinto ad olio su tela opera di G. Nuvolone.
Costamasnaga
01/11/2002 – 28/05/2003
Il dipinto, di cm 173 x 267, proviene dalla raccolta del marchese Vitaliano Crivelli di Inverigo e venne ceduto al parroco don Giuseppe Antonio Rimoldi a metà Ottocento in cambio di un quadro dell'Appiani. La composizione, ampiamente alterata, si dimostra dopo il restauro come il frammento di una pala ben più vasta, poichè, sotto le ridipinture al margine superiore, sono riapparse le membre di figure identificabili nel Cristo e nel Padre Eterno. Sul nastro svolazzante del putto angelico di sinistra si legge: IOSEP. H. NOVELUS DICTUS PANFILUS 1672; la scritta conferma dunque l'assegnazione già tradizionale a Giuseppe Nuvolone detto Panfilo, con la data (non certissima nel decennio) vicina alle opere attuate a Cremona ed alla Flagellazione di Cristo già nel Palazzo Ducale di Milano. Pur se in condizioni alterate nella zona centrale intorno al volto della Vergine, il quadro si propone come di grande interesse par la inusuale raffigurazione, non presente fra le opere dei Nuvolone, ed ancor più per la vicinanza fra questa Assunta e quella simile stesa dal fratello Carlo Francesco nel 1646 per la pala milanese di Santa Maria al Lentasio, ora a Brera. L'opera di Costamasnaga non è mai stata segnalata nei repoertori del pittore, rimanendo la sua segnalazione confinata finora in un volume di monsignor Carlo Marcora dedicato a quella comunità e pubblicato nel 1971.
Sacra Famiglia con angeli, C.F.Nuvolone
Restauro di dipinto ad olio su tela opera di Carlo Francesco Nuvolone.
Annone
20/10/2005 – 21/02/2007
Il quadro, delle dimensioni di m 1,9 X 3,03 di altezza, rappresenta il riposo surante la fuga in Egitto. Attualmente è di proprietà della chiesa parrocchiale di Annone Brianza e lì conservato. Fu donato alla chiesa nell'Ottocento da Lorenzo Geronimi di Chiavenna, proprietario in Annone; secondo la sua testimonianza, il quadro costituiva la pala dell'altare maggiore della chiesa del convento dei Cappuccini di Chiavenna. Egli l'attribuisce a Giambattista Panfilo detto il Nuvolone, sulla base della valutazione del pittore Giacomo Martinez, che forse ne attuò pure un restauro, quello che gli atti parrocchiali affremano eseguito dalla famiglia di Lorenzo geronimi avanti la donazione. La pala dell'altare maggiore della chiesa chiavennasca, secondo un manoscritto donato dai Geronimi nel 1893 all'archivio dei Cappuccini della Provincia Lombarda, raffigurava san Giuseppe e venna pagata nel 1648 a Carlo Francesco Nuvolone per lire 500 imperiali. Di essa si persero le tracce, ma con ogni probabilità si tratta di questo stesso dipinto di Annone. In effetti, all'estremità sinistra della tela, circa a metà altezza, vi è una scritta su tre righe che sembra originaria e che attribuirebbe autore e data dell'opera ("VS.F CVS.NEVLONUS/DTVUPANFILVS/ECIT.1646). Il fatto appare quindi di grande interesse poichè consente di acquisire un'ulteriore testimonianza del pittore, molto attivo nel cicuito dei Cappuccini, e di precisare l'itinerario della sua attività pittorica.