Restauro chiese

Santa Maria al Monte Barro, Galbiate (LC)

Restauro delle superfici interne dell'presbiterio e delle cappelle della chiesa di Santa Maria al Monte Barro

11/06/2014 – 29/04/2016

-restauro presbiterio

-restauro cappelle di S.Antonio da Padova e di S.Francesco 

La chiesa di Santa Maria al Monte Barro ha antiche origini: la sua presenza è documentata già a fine Duecento nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani con dedicazione a S. Vittore.

La tradizione vuole che la dedicazione a S. Maria sia avvenuta dopo un miracolo: alcuni parrocchiani volevano spostare la statua della Madonna, pare inviata qui da S. Ambrogio, nella chiesa di Galbiate; durante il trasporto però vennero accecati e per riacquistare la vista dovettero deporre il simulacro e riportarlo poi nella chiesetta di Monte Barro.

L’edificio è oggi composto da un’unica navata su cui si innestano, sul lato sinistro, due cappelle dedicate a S. Francesco d’Assisi e a S. Antonio da Padova, raffigurati nelle statue lignee poste negli altari.

Il presbiterio rettangolare  è coperto da volta a botte lunettata che prosegue poi nel retrostante coro, ed è illuminato da un’unica finestra posta sul lato sinistro. Di pregevole fattura l’altare ligneo seicentesco che racchiude la statua, sempre in legno, della Madonna.

L’apparato decorativo maggiormente presente sulle superfici interne della chiesa, che ne connota l’attuale aspetto, è ascrivibile ai primi decenni del Novecento, anche se rimaneggiata e ritoccata in epoche più recenti. Non mancano però testimonianze pittoriche più antiche.

La parete destra del presbiterio e l’intera facciata dell’arco trionfale sono affrescate con scene relative a miracoli avvenuti in questo luogo. Racchiuse in medaglioni troviamo rappresentati nel presbiterio il prodigio del pane - portato da un angelo ai frati isolati nel convento per una forte nevicata -, il miracolo del fuoco - estinto da una pioggia miracolosa scesa solo sopra il convento -, infine la distribuzione di cibo agli appestati da parte dei frati. Sull’arco che separa la navata dal presbiterio troviamo invece sul lato sinistro il miracolo della vista perduta e poi riacquistata durante il tentativo di spostamento della statua della Madonna, mentre sul lato destro l’invio del simulacro alla chiesa di Monte Barro da parte di S. Ambrogio.

Una cronaca del convento che annota fatti avvenuti tra il 1685 e il 1797, riporta quale data di esecuzione dei dipinti il 1746.

Di epoca precedente (XVI sec.) sono invece le effigi di S. Sebastiano e S. Rocco dipinti rispettivamente sul pilastro sinistro e destro del primo (dall’ingresso) arco ogivale , la Madonna con Bambino e un orante sulla parete destra della prima campata (emersa scrostando l’intonaco nel 1901), e la Madonna del latte sul pilastro destro del quarto arco ogivale.

Del medesimo periodo anche gli affreschi, in parte ancora scialbati, che ornano l’intera cappella di S. Francesco.

Cappella di S. Antonio da Padova

La cappella è tinteggiata con una semplice decorazione seriale eseguita a stampe. In passato l’intonaco è stato rifatto, probabilmente per sopperire a problemi di umidità, fino a circa 2,5 m dal pavimento. L’intervento non è stato comunque risolutivo anche perché la malta utilizzata sembrerebbe essere di tipo cementizio: si potevano notare infatti formazioni di sali, disgregazioni, sollevamenti e macchie scure. Anche in volta vi erano segni di degrado dovuti all’umidità, in questo caso dovuta a infiltrazioni dalla copertura.

Cappella di S. Francesco

La cappella mostrava solo alcune porzioni a vista distribuite sull'intero apparato decorativo ad affresco, ovvero le zone interessate da un’operazione di rimozione degli strati pittorici condotta in passato.

Purtroppo l’intervento di descialbo è stato eseguito in modo inidoneo andando ad abradere la superficie dipinta e a causare la perdita di frammenti di colore; queste operazioni non sono state eseguite da operatori specializzati, quasi sicuramente da persone presenti in loco per altri lavori ed incuriositi dall'emergere del colore.

Erano presenti alcune fessurazioni e distacchi dell'intonaco dal supporto murario.

Nella fascia inferiore della zoccolatura si osservavano problemi di umidità di risalita: soprattutto ai lati della mensa d’altare vi erano evidenti efflorescenze saline che hanno causato disgregazioni e sollevamenti delle stesure pittoriche.