Restauri

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Restauro Palazzi

Palazzo dell’Arengo

Restauro delle superfici. Affreschi, decorazioni, cotto, lapidei, intonaci.

Novara
01/12/2010 - 30/03/2011

Le superfici esterne sono prevalentemente costituite da mattoni a vista appartenenti a diversi periodi storici in quanto il manufatto subì diverse trasformazioni nel corso dei secoli, tra cui quelle maggiormente significative sono ascrivibili alla fine del XVII sec., con inserimento di un coronamento barocco, apertura di un balcone e di finestre,ecc., e agli inizi del XX sec. con la riproposizione dell’aspetto medievale. Questi mutamenti hanno causato la perdita di gran parte degli apparati pittorici di cui si è mantenuta però, oltre ad alcuni brani frammentari, una fascia decorativa di metà Duecento di notevole interesse. Tale fregio risulta pressoché integro sulla facciata sud, ad eccezione di qualche lacuna e della parte centrale in cui era stata inserita una scritta nel corso dei restauri del terzo decennio del Novecento in sostituzione di apparati decorativi sette-ottocenteschi. Il restauro ha avuto avvio dal fregio decorato con una serie di prelievi sottoposti ad indagini di laboratorio per indagare sia la tecnica pittorica e i pigmenti utilizzati sia la presenza di eventuali sostanze di restauro.

 arengo

Casa del Pellegrino

Restauro di due Camerae Pictae. Affreschi – Edificio medievale con affreschi borromaici.

Civate (LC)
23/03/2009 – 22/09/2009

I locali dipinti dovevano essere almeno tre, tutti rivolti alla via Canova dove si aprivano rare finestre in cotto; dal lato opposto si affacciavano con porte dipinte sopra un corridoio-veranda, forse mediante disimpegni i quali conducevano all’altra ala del palazzetto. La camera più ad ovest, incorporata in altra unità abitativa, è andata perduta per quanto rimanga il suo accesso, mentre le due stanze si sono conservate interamente dipinte e coperte da un soffitto ligneo.

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Ex Villa Mambretti

Restauro delle decorazioni esterne.

Fino Mornasco (CO)
01/05/2006 - 30/03/2008

Nel 1900 il complesso, costituito allora dalla villa di quattro piani e quattordici ambienti e da un rustico, fu ceduto ad un possidente di Cadorago, Luigi Verga, il quale non lo utilizzò come sua dimora, ma lo affittò ad alcune famiglie della zona, tra le quali i Mambretti. Questi ultimi, quindici anni più tardi, acquistarono l’immobile e il terreno circostante. Il capofamiglia, l’imprenditore Francesco Mambretti, decise di procedere alla ristrutturazione della propietà ed affidò il progetto all’architetto Federico Frigerio: l’intervento, effettuato in un momento compreso nel lasso di tempo intercorrente tra il 1920 ed il 1930, consistette nell’ampliamento dell’edificio principale, con la realizzazione di sale e scaloni, e alla sua connessione con il secondo immobile, il quale fu alzato di un piano; tale epoca vide anche la realizzazione degli affreschi, dei graffiti e degli stucchi che ornano ancor oggi le pareti esterne della Villa, nonché di un’esedra di stile neoclassico, strutturata in due bracci protesi verso l’esterno, attorno ad una grande cancellata.

villa mambretti

 

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