Restauro chiese

San Giovanni in Canale (PC)

Restauro del presbiterio e 2 cappele  della chiesa di San Giovanni in Canale

Piacenza

01/01/2000 – 25/10/2000

Le decorazioni delle due pareti del coro sono state eseguite nel 1721-22 da Francesco e Giovan Battista Natali probabilmente con la collaborazione di Sebastiano Galeotti; inoltre le due pareti del presbiterio affrescate nel 1733 da Francesco Natali, affiancato dal ticinese Bartolomeo Rusca.

Nelle due pareti del coro si trovano sostanzialmente finte architetture di lesene e colonne da cui emergono balconcini e elementi di raccordo con strutture pittoriche della volta.

Le pareti del presbiterio, più complesse, sono costituite da importanti elementi sempre architettonici, ingentiliti da composizioni floreali rese in alcune parti notevolmente preziose da lumeggiature dorate; nel mezzo stanno due ampi riquadri raffiguranti a destra il miracolo di S. Giacinto e l’approvazione della regola di S. Domenico a sinistra.

Cappella di Santa Caterina

Terza cappella nella navata sinistra (nord) dall’ingresso principale presenta una struttura architettonica lineare di sapore cinquecentesco, celata da sovrapposizioni decorative barocche e impreziosita da un prospetto sulla navata di ispirazione classicheggiante.

Verosimilmente essa si erge nel luogo di una più antica cappella intitolata a san Bernardo, di cui probabile unica testimonianza rimasta è la lastra in marmo del sepolcro in cui era tumulato il conte Cristoforo  Scotti. Di gusto tardo quattrocentesco e di forma quadrata, essa racchiude tra rami d’acanto un elmo con cimiero a forma di cigno, che campeggia sullo stemma dei due casati degli Scotti e  Strozzi e sull’iscrizione dedicatoria.

L’esistenza del sacrario votato a san Bernardo e all’accoglienza delle spoglie di Cristoforo è attestata nel 1512, quando la moglie, Sulpizia Strozzi, lo scelse come luogo per la sua futura sepoltura a fianco del defunto marito. Fu in tale occasione che la contessa predispose la nuova dedicazione alla Santa di Siena.

Alla fine del Seicento o ai primi anni del Settecento potrebbe altresì risalire l’altare in stucco al centro della curvatura absidale. Sul fronte è plasmato all’interno di un tondo il busto a rilievo della Santa incoronata di spine e i volti di due angioletti alati. Quest’ultimo elemento è riproposto con diversa configurazione entro il riquadro del timpano alla sommità dell’edicola che si eleva al di sopra della mensa sacra. Tale struttura racchiude una pala che rappresenta santa Caterina in contemplazione del Crocifisso con i tradizionali attributi del libro e del giglio.

Probabilmente contemporanei all’altare, gli stucchi della volta a botte fungono da cornice a tre serie di affreschi monocromati disposti su tre fasce.

Cappella del Santo Rosario

La pianta della cappella riprende l'impianto settecentesco, consistente in un grande spazio quadrato e in una imponente nicchia che ospita l'effige scultorea della Vergine. A tale impostazione vennero apportate, su progetto dell'architetto Antonio Tomba, alcune modifiche di stampo neoclassico. Queste variazioni furono realizzate tra il 1808 ed il 1810 da Antonio Ceruti. All'artista milanese Tommaso Blisi ed al pittore piacentino Giovanni Battista Ercole si deve invece la realizzazione dell'apparato decorativo. Ulteriori modifiche vennero attuate nel 1930 ad opera dell'architetto Paolo Costermalli. altri interventi furono attuati negli anni quaranta in occasione della revisione globale che interessò la chiesa nel suo complesso.

Si ricorda in ultimo che la cappella è abbellita dai dipinti su tela della Salita al calvario di Gaspare Landi e la Presentazione al Tempio di Vincenzo Camuccini, ultimati nel 1808 e collocati nella chiesa di San Giovanni nel 1809.