Restauro delle superfici interne del Battistero di San Giovanni Battista
Varese
01/01/2011 – 30/08/2012
Il Battistero si presenta all’esterno come un’elevata struttura a forma di parallelepipedo – sobria e compatta, ma anomala per questo tipo di edificio.
Le pareti sono impreziosite da una serie di interessanti affreschi che abbracciano il periodo compreso tra gli albori del Trecento e la fine del Quattrocento, fatta eccezione per la cinquecentesca Pala d’Altare, alcune porzioni di decorazioni settecentesche nel matroneo e alcuni frammenti tardoromanici nella parete sud dell’aula. Emerge tra gli altri il notevole contributo del Maestro della Tomba Fissiraga. La complessità dell’apparato decorativo è strettamente correlata all’evoluzione nel tempo del contesto sociale. Nonostante il Battistero di San Giovanni Battista presenti oggi un aspetto tardo duecentesco, le sue origini datano all’alto Medioevo.
Se la più antica attestazione dell’esistenza della Ecclesia di Varese risale al giugno 922 e se un atto notarile del 1049 certifica la presenza di un palazzo arcivescovile, è del 1061 il primo documento in cui viene direttamente citata la struttura battesimale.
La ricostruzione dell’edifico nell’assetto attuale ebbe inizio probabilmente tra la fine del XII e gli albori del XIII secolo, epoca di grande floridezza per la città di Varese.
L’intervento si svolse in più fasi, partendo dal rinnovo dell'abside e lasciando inalterata la parete nord. Malgrado una assoluta carenza di notizie dirette riguardanti il battistero tra il 1200 e il 1350, da un’analisi degli elementi decorativi interni si può desumere che i lavori si conclusero entro la metà del XIV secolo, quando sulla parete sud fu realizzata la teoria degli Apostoli e quella dei Santi.
Nel XII secolo furono abbattute la facciata, il presbiterio e i due lati meridionali.
In seguito alla visita pastorale dell'arcivescovo Carlo Borromeo del 1567 che alcuni decreti aprirono una nuova epoca di ristrutturazioni.
La cappella maggiore, dipinta e completa di altare staccato dal muro, era arricchita da un'ancona raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Celso, mentre sulla parete di fondo era affrescato il Battesimo di Cristo, reso in modi analoghi al pannello scolpito della vasca battesimale.
L'oratorio di Santa Marta, considerato come la parte veramente antica dell'edificio, era coperto da una volta di stile.
Dal 1875 si operò la demolizione e il rifacimento sia della parete nord altomedievale dell'originario Battistero sia della volta dell'ambiente maggiore.
Tra il 1948 e il 1950 il secondo determinante intervento definì l’assetto interno con l'eliminazione dell'arredo barocco, dei quadri, del confessionale, delle balaustre del presbiterio, della cancellata e del ciborio annessi al fonte battesimale. In ambito architettonico si giunse alla eliminazione del doppio arcone gotico. Il paramento murario esterno fu però soprattutto oggetto di intervento nell’ultimo progetto di restauro eseguito agli inizi del nuovo millennio.