Restauro chiese

San Giuliano Martire, (MI)

Restauro superfici esterne della Chiesa di San Giuliano Martire 

San Giuliano Milanese (MI)

 18/04/2017 - 21/04/2018

 

Il monumento prima dei lavori in oggetto mostrava un generale ed evidente decadimento dello stato di conservazione ed una complessiva diminuzione del suo decoro. Tale quadro di deterioramento si componeva poi di diverse forme di ammaloramento, la cui origine era riconducibile, nella maggior parte dei casi, alla negativa influenza esercitata da umidità e precipitazioni meteoriche: alla presenza di umidità di risalita capillare nelle fasce inferiori delle murature si associava altresì l'azione sulle superfici di flussi d'acqua, sia per diretta esposizione, sia per percolatura e/o infiltrazioni; questi elementi di degrado avevano potuto infatti agire nel corso degli anni con grande forza, grazie al facile accesso concesso da una copertura in condizioni non ottimali. La parte sommitale della facciata e le notevoli sporgenze dei cornicioni erano coperti da scossaline che col tempo avevano perso la loro funzione principale, permettendo così all'acqua di penetrare all'interno delle murature. Anche il sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, quali canali di gronda e pluviali, appariva insufficiente rispetto al livello di efficienza necessario a garantire un'adeguata salvaguardia di ambienti ed apparati decorativi e murari.

Si riscontravano diverse patologie derivanti da quanto qui sopra descritto.

In primo luogo si notavano ai piedi delle pareti i sintomi tipicamente associati alla presenza di umidità di risalita capillare: emersione di sali, disgregazione degli intonaci con caduta di porzioni degli stessi e delle sovrastanti stesure di colore. Tali manifestazioni risultavano potenziati nei loro effetti deleteri dalla presenza di ampie e diffuse rappezzature eseguite in tale area con impasti a base cementizia: tale tipologia di materiale potenzia gli effetti nefasti della presenza di umidità, giacché, a causa della sua impermeabilità, impedisce la buona traspirazione delle murature e il corretto smaltimento delle quantità d'acqua in eccesso; l'umidità quindi, accumulandosi, spingendo ed agendo con ancor maggior forza ed intensità, porta a disgregazioni e rotture degli intonaci. Tale situazione è poi stata aggravata dalle diverse capacità di risposta elastica di tale materiale con le malte circostanti, a base calce, alle naturali micro sollecitazioni meccaniche delle strutture; ciò ha favorito la formazione di cavillature e fessurazioni, le quali costituiscono anche un facile accesso delle infiltrazioni.

Per quanto concerne il resto della facciata sovente si osservavano, a carico di numerose porzioni degli intonaci, fenomeni di progressivo indebolimento, avanzati spesso sino al punto di causare disgregazioni e perdite di materiale con formazione di lacune. A tali problematiche si associano esfoliazioni, disgregazioni e rigonfiamenti. Anche in tali aree si rilevavano emersioni di efflorescenze e criptoefflorescenze saline.

Si notavano ampie e diffuse porzioni del colore interessate da processi d'indebolimento, decoesione e polverizzazione, i quali, arrivando assai spesso a provocare la caduta di numerosi frammenti, davano origine a disturbanti lacunosità.

L'afflusso e il ristagno d'acqua, nonché le forti concentrazioni di umidità presenti nelle murature, avevano altresì favorito la nascita e lo sviluppo di locali colonie di materiale vegetativo, distribuite in tutte le aree della facciata principale e delle superfici del campanile, consistenti principalmente nell'evidente e diffusa sussistenza di patine biologiche. Ad eccezione delle parti interne della cella campanaria e delle cornici circostanti le restanti superfici del campanile sono state completamente rifatte con intonaco cementizio e tinteggiatura a lavabile. Notevole era la presenza di biodetergeni quali muschi, licheni e colonie biologiche di vario tipo. I capitelli in pietra raffiguranti mascheroni erano interessati da disgregazione e passate stuccature che avevano alterato notevolmente il modellato. L'interno della cella campanaria era in pessime condizioni di conservazione, con cadute d'intonaco, sollevamenti, muffe, distacchi della pellicola pittorica.

Si notava inoltre che le chiavi dei tiranti e gli altri elementi metallici presenti sul monumento si erano in più casi arrugginite.

In aggiunta alle patologie ed agli ammaloramenti sopradescritti, si sommava la costante accumulazione di abbondanti depositi formati dalla stratificazione di sporco incoerente, polveri e fumi di variegata natura. Questi accumuli andavano a formare un velo diffuso che appesantiva le superfici ed ostacolava una corretta percezione delle cromie, impedendo al contempo un pieno godimento degli equilibrati accostamenti delle colorazioni dei molteplici elementi e delle diverse aree che compongono i prospetti esterni del monumento.

In ultimo si sottolinea che molteplici furono i rifacimenti che andarono a intervenire sia sugli intonaci e sui modellati delle superfici esterne sia sui colori, con l'esecuzione di numerosi rappezzi cementizi e di varie riprese pittoriche.